Il panpepato: il dolce natalizio della tradizione contadina

panpepato di terni tagliato a fette appoggiate su un piatto di ceramica.

Il panpepato (chiamato anche pampepato) è un dolce della tradizione contadina e si mangia soprattutto del periodo natalizio. È un prodotto tipico delle regioni del Centro Italia, lo si può gustare in Umbria, ma anche nel Lazio, in Toscana ed Emilia Romagna. Il panpepato deve il suo nome a uno degli ingredienti principali utilizzati nella preparazione: il pepe.

L’influenza degli scambi commerciali con l’Oriente

Il panpepato risale al periodo medievale ed è ispirato al panforte toscano, della zona di Siena. In origine, consisteva in pane con aggiunta di frutta secca e miele che veniva utilizzato per festeggiare durante il periodo natalizio. Il pane, simbolo di vita, era arricchito con frutta secca e miele che rappresentano prosperità e ricchezza. Intorno al 1500, periodo in cui cominciano gli scambi commerciali con l’Oriente, ai tradizionali ingredienti del panpepato vengono aggiunte spezie orientali. Le spezie erano molto costose all’epoca e le famiglie contadine non potevano permettersi di acquistarle spesso, preferendo quindi il periodo delle feste di Natale per sostenere questa spesa e utilizzare le spezie nella preparazione dei prodotti culinari preparati in quel periodo dell’anno.

Nel corso dei secoli, il panpepato si diffonde e diventa un prodotto consumato, oltre che dalle famiglie contadine, anche all’interno delle corti di famiglie nobili come, per esempio, quella degli Estensi a Ferrara e dei Medici a Firenze.

Il panpepato di Terni

In Umbria, la città di eccellenza per la produzione del panpepato è Terni. Esistono diverse varianti di questo prodotto perché ogni famiglia custodisce la propria ricetta tradizionale a cui possono essere aggiunti o tolti ingredienti a piacimento. In generale, si prepara con: frutta secca (mandorle, nocciole, pinoli, noci), spezie (pepe, cannella, noce moscata), agrumi e uva passa; il tutto impastato con farina, cioccolato, caffè, miele e mosto cotto d’uva. La tradizione vuole che, durante il periodo natalizio, si scambi questo dolce accompagnato da un rametto di vischio come simbolo di buon auspicio.

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