Un affresco dedicato a Sant’Antonio Abate

Città della Pieve

Un affresco dedicato a Sant’Antonio Abate all’interno della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Città della Pieve

A Città della Pieve, nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo risalente al XIII secolo, Pietro Vannucci, il Perugino, dipinge l’affresco Sant’Antonio Abate tra i Santi Paolo Eremita e Marcello agli inizi del 1500.

 

La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Città della Pieve

La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo è situata in uno dei punti panoramici più scenografici di Città della Pieve da cui si può ammirare la Valdichiana ai piedi della città, mentre di fronte si stagliano il Monte Cetona e i piccoli borghi toscani di Chiusi, Chianciano e Montepulciano. La chiesa è stata sede della Confraternita dei Disciplinati di San Salvatore e intitolata a Sant’Antonio Abate fino al 1815.

Immagine dell’affresco del Perugino intitolato “Sant'Antonio Abate tra i Santi Paolo Eremita e Marcello” e conservato all’interno della chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Città della Pieve. Nella scena principale, Sant’Antonio Abate è dipinto al centro, seduto su un elegante trono rialzato da cui pendono due lanterne. Mentre volge uno sguardo intento all’osservatore, il Santo ha la mano destra sollevata e la mano sinistra appoggiata al bastone, un oggetto con cui viene solitamente raffigurato nelle pitture sacre. Sant’Antonio Abate è affiancato da San Paolo Eremita e San Marcello, come indica la scritta alla base del trono. Nella lunetta che sormonta la scena principale è raffigurato Cristo benedicente circondato dai putti, bambini nudi alati presenti nella maggior parte delle opere sacre del Perugino. Nel 1861, il terremoto ha colpito la Chiesa e danneggiato l’affresco. L’opera è stata quindi trasferita in una tela e restaurata, ma non è stato possibile riportarla allo stato originale date le cadute di colore in gran parte dell’opera.

 

Composizione dell’affresco

Il Perugino realizza l’affresco che raffigura Sant’Antonio Abate affiancato dai Santi Paolo Eremita e Marcello sulla parete in fondo alla chiesa. In realtà, è una finta pala d’altare a forma quadrata sormontata da una lunetta. Entrambe le parti sono contornate da grottesche, particolari decorazioni pittoriche a scopo ornamentale che disegnano una cornice esterna all’opera. La realizzazione di questo tipo di cornice è una tecnica pittorica che risale all’epoca romana e viene ripresa sei secoli successivi dai maestri del Rinascimento.

 

Sant’Antonio Abate tra San Paolo Eremita e San Marcello al centro della scena

Nella scena principale, Sant’Antonio Abate è dipinto al centro, seduto su un elegante trono rialzato da cui pendono due lanterne. Mentre volge uno sguardo intento all’osservatore, il Santo ha la mano destra sollevata e la mano sinistra appoggiata al bastone, un oggetto con cui viene solitamente raffigurato nelle pitture sacre. Sant’Antonio Abate è affiancato da San Paolo Eremita e San Marcello, come indica la scritta alla base del trono.

Nella lunetta superiore, il Perugino raffigura Cristo benedicente circondato dai putti, bambini nudi alati presenti nella maggior parte delle opere sacre dall’artista umbro.

 

Il sisma del 1861 danneggia l’affresco del Perugino

Nel 1861, un sisma colpisce il centro abitato di Città della Pieve provocando danni alla chiesa e, di conseguenza, all’affresco. I resti dell’opera sono stati trasferiti su tela e in seguito restaurati. Tuttavia, i segni dei danni subiti dal sisma sono molto evidenti ancora oggi, come le cadute di colore estese che ne compromettono la piena leggibilità. Ciò nonostante, resta un esempio delle opere mature dell’artista.

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