Pala opistografa di Monteripido

dettaglio della faccia posteriore della Pala di Monteripido. La scena raffigurata dal Perugino è quella dell’Incoronazione della Vergine ed è divisa in due parti. Nella metà superiore, Gesù posa la corona sul capo di Maria. Angeli e putti con fiori in mano, li circondano.

Pala opistografa di Monteripido, un’opera a due facce del Perugino alla Galleria Nazionale dell’Umbria

La pala opistografa di Monteripido è un’opera realizzata dal Perugino tra il 1502 e il 1504, destinata alla chiesa del Convento di San Francesco al Monte a Perugia (conosciuto anche come Convento di Monteripido).

Il termine opistografo si usa per un documento scritto sia sulla parte frontale e in quella posteriore. Utilizzato in campo artistico, l’aggettivo indica che la pala è stata affrescata sia sul recto (faccia anteriore) e sul verso (faccia posteriore).

Parte anteriore della pala: una fusione tra pittura e scultura

Quest’opera è una fusione tra pittura e scultura. Sul recto della pala è stata apposta un’antica statua in legno di Cristo crocifisso, commissionata sempre dai frati francescani per l’altare maggiore della Chiesa di San Francesco a Monteripido. Per affinità di stile, il crocifisso ricorda un altro esempio molto simile conservato nella Basilica di San Pietro a Perugia, realizzato nel 1478 da Giovanni Tedesco. Per questo motivo, si pensa che le due opere siano state realizzate dallo stesso scultore.

Cristo ha un’espressività drammatica: il suo viso è pallido, le vene sono in rilievo, le stigmate sanguinano; il capo abbandonato sul petto, avvolto da una corona di lunghe e pungenti spine.

San Francesco d’Assisi ritratto ai piedi della Croce

Perugino completa la scena del Calvario con figure che, secondo il Vangelo, sono presenti ai piedi della Croce. In piedi, ci sono la Vergine (a sinistra) e San Giovanni Evangelista (a destra). Le figure inginocchiate, invece, sono Maria Maddalena (a sinistra) e San Francesco (a destra). La presenza del poverello d’Assisi nel dipinto è probabilmente dovuta ai committenti dell’opera, i frati dell’ordine francescano.

Nella parte superiore della scena, si trovano due angeli in volo ai lati di Cristo; ognuno raccoglie con un calice il sangue che cade dalle sue mani ferite. Sopra l’asse trasversale della croce, splendono in cielo il Sole e la Luna, simboli rispettivamente di Cristo e il Nuovo Testamento e del popolo ebraico e il Vecchio Testamento. Cristo, al centro trai due astri, simboleggia l’unione tra il popolo ebraico e il popolo pagano, la Vecchia e la Nuova Alleanza con Dio Padre.

L’Incoronazione della Vergine realizzata sulla parte posteriore della pala

Sul verso della pala è raffigurata la scena dell’Incoronazione della Vergine divisa in due parti. Nella metà superiore, Gesù posa la corona sul capo di Maria che si inchina delicatamente, mentre angeli e putti, con tralci di fiori in mano, li circondano. Le due figure sono accolte in una mandorla dorata che li separa dal resto dello spazio. Nella metà inferiore, sono rappresentati i dodici apostoli che assistono all’avvenimento. San Pietro, collocato al centro del gruppo di apostoli sulla parte sinistra del dipinto, è identificabile grazie alla chiave del Paradiso che tiene in mano.

Stando al contratto della commissione, la pala doveva essere corredata da una predella (una fascia dipinta divisa in più riquadri) raffigurante due Santi francescani, Bernardino da Siena e Bernardino da Feltre, di cui non sono mai state rinvenute tracce.

Dalla chiesa di Monteripido alla Galleria Nazionale dell’Umbria

La pala, requisita dai francesi e portata in Francia, viene restituita nel 1817 al convento di Monteripido; e qui viene riposizionata sull’altare maggiore della chiesa, con il crocifisso rivolto verso la navata. Nel 1863, entra a far parte della collezione della Galleria Nazionale dell’Umbria, dove è tuttora esposta.

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