La lenticchia di Castelluccio di Norcia: l’antichità umbra in un chicco

inquadratura ravvicinata dei chicchi di lenticchie con sfumature di vari colori.

Nell’altopiano di Castelluccio di Norcia, la lenticchia, chiamata anche lenta dai nursini (gli abitanti locali), è la protagonista della cultura gastronomica. Insieme al prosciutto di Norcia, è uno dei prodotti locali tutelato dal marchio IGP dal 1997.

La lenticchia, originaria dell’Asia Minore, è uno dei prodotti più conosciuti e utilizzati in tutto il mondo. È arrivata fino all’Umbria, dove è sempre stata considerata uno degli alimenti più importanti, tanto da essere chiamata anche la “carne dei poveri”. In alcune tombe neolitiche rinvenute nella zona di Norcia sono state trovate tracce di lenticchie, attestando la presenza di questo alimento già nel 3000 a.C.

La produzione tra Umbria e Marche

Il comune di Norcia, in provincia di Perugia, e il comune di Castel Sant’Angelo sul Nera, in provincia di Macerata (nelle Marche) rientrano entrambi nel territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e sono gli unici due comuni dove viene prodotta la lenticchia di Castelluccio di Norcia. Si ottiene da piante di piccole dimensioni, alte dai 20 ai 40 centimetri, che fioriscono tra maggio e luglio. È però nei mesi di giugno e luglio che la piana di Castelluccio di Norcia si riempie di vivaci colori e inebrianti profumi, creando uno spettacolo suggestivo che ogni anno attrae milioni di turisti. Questo evento naturale è conosciuto come “la fioritura di Castelluccio”.

Un processo di coltivazione tradizionale

Il processo di coltivazione, di tipo tradizionale, è in uso da centinaia di anni. A inizio primavera si effettuano l’aratura e l’erpicatura del terreno; da metà maggio a metà luglio generalmente si ha la fioritura delle piante. Eventi atmosferici, come l’elevata frequenza delle piogge o l’arrivo anticipato del freddo autunnale, accorciano il periodo di maturazione della lenticchia e costringono gli agricoltori a procedere con la fase di trebbiatura entro la fine di agosto. Le piante tagliate vengono lasciate essiccare nel campo, poi raccolte, disposte in file e trebbiate nell’aia per l’estrazione dei semi. Questi ultimi sono molto piccoli, piatti e di forma tondeggiante; il colore varia dal verde al marrone chiaro.

La lenticchia come simbolo di buon auspicio

La lenticchia si può consumare solo previa cottura, per questo è ottima per realizzare sia primi che secondi piatti. Grazie alla sua capacità di mantenere la cottura, si adatta soprattutto alla preparazione di zuppe o pasta. Accompagnate dallo zampone e una fetta di pane abbrustolito con olio extravergine di oliva DOP, le lenticchie vengono mangiate il primo giorno dell’anno perché, secondo la tradizione, sono simbolo di buon auspicio.

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