Arco Etrusco e cinta muraria – Perugia

Vista scorciata da sinistra dell'Arco Etrusco. Il bianco della sua pietra si sposa con il verde dei pochi alberi vicini ad esso.

Perugia e le sue mura etrusche

Perugia fu una delle città più rilevanti del territorio etrusco e la cinta muraria risalente al III secolo avanti Cristo (con parti più antiche riferibili al IV sec. a.C.) resta ancora evidente testimonianza del prestigio da essa raggiunto. La lunghezza della cerchia raggiunge circa tre chilometri, con ampi tratti visibili e altri inglobati in strutture cronologicamente più tarde; le mura etrusche seguono l'orografia del territorio e, in corrispondenza delle zone a quote più basse, il loro profilo si piega verso l'interno e contribuisce a imprimere una forma a trifoglio a tutto l'impianto.  

Organizzazione della cinta muraria

In corrispondenza delle vie di accesso, erano sei le porte principali che mettevano in comunicazione la città con gli altri centri del territorio come Gubbio, Roma, Orvieto, Chiusi e Cortona.  Esistevano poi porte "minori", le postierle, utilizzate dal traffico pedonale o per far defluire le acque reflue. La viabilità antica si organizza in due direttrici principali, quella che collega il nord al sud secondo un percorso pressoché rettilineo (cardo) e congiunge le due porte più importanti della città, l'Arco Etrusco e la porta Marzia; e quella (decumano) che unisce l'est all'ovest e cioè l'arco dei Gigli a Porta Trasimena.  Le mura sono realizzate utilizzando blocchi di travertino, di forma quadrangolare o trapezoidale, e messe in opera senza l'impiego di malta cementizia.  Ancora oggi si riconoscono sui conci lettere dell'alfabeto etrusco, i segni di cava, che indicavano le forniture ai diversi cantieri localizzati nelle varie zone della città. La cava di provenienza dei travertini si trovava in località S. Sabina, a circa dieci chilometri dal centro cittadino. Già nel IV secolo avanti Cristo la cinta muraria doveva essere stata eretta, poiché le fonti storiche raccontano che già 310 a.C.  l'esercito del console Fabio Massimo Rulliano, impegnato in una campagna militare contro gli Etruschi, venne fermato a Perugia proprio dalle massicce mura erette a difesa della città.

L’Arco Etrusco: la “porta pulchra

Sul lato nord delle mura, dove la via Amerina usciva dall'abitato, si apre l'Arco Etrusco, chiamato già dal medioevo "porta pulchra", cioè "porta bella",  per via della sua imponenza e della sua qualità architettonica. A differenza della cinta, l'Arco Etrusco, come pure la porta Marzia, vengono ricostruiti negli anni centrali del III secolo a.C., probabilmente in relazione al prolungamento del percorso dell'Amerina fino a Perugia.
L'Arco Etrusco è affiancato da due torrioni a pianta trapezoidale che sporgono dalle mura e che sviluppano un'altezza di circa venti metri. L'apertura dell'arco non è in linea con le pareti, ma è leggermente obliqua e, al di sopra di essa, si trova una cornice sormontata da scudi circolari alternati a lesene con capitelli ionici. L'elemento decorativo degli scudi verrà adottato anche nel medievale Palazzo dei Priori. Si ritiene che l'arcata  posta al di sopra del fornice principale e ora chiusa da laterizi potesse ospitare, quando necessario, una macchina da guerra.
Nella zona sotto la volta si vedono ampie chiazze di colore grigio scuro: sono i segni dell'incendio che bruciò la città in concomitanza con la vittoria del giovane Ottaviano, colui che diventerà di fatto imperatore con il nome di Augusto. Dalla piazza antistante l'arco etrusco si può seguire, risalendo sulla destra lungo via Cesare Battisti, una parte del tracciato delle mura, facilmente individuabili grazie ai grandi conci di travertino. 

I “conquistatori” dell’Arco Etrusco   

Al di sopra dell'arco principale è ben leggibile la scritta "AUGUSTA PERUSIA", con evidenti tracce del colore rosso di riempimento delle lettere; essa fa riferimento alla conquista della città da parte di Augusto, dopo la guerra terminata nel 40 a.C.
Più in basso è leggibile l'altra iscrizione "COLONIA VIBIA", che ricorda l'attribuzione alla città del titolo di colonia durante il breve periodo (251-253 d. C.) in cui fu imperatore C. Vibio Treboniano Gallo, perugino di nascita.

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