Le distese sotto Assisi sono tra le più suggestive di Italia per i colori e la vista sulla città che costeggia, con la sua pietra bianco rosa, le isoipse del Monte Subasio. Proprio in queste pianure si è visto sbocciare il fiore delle vite di Francesco e Chiara. Il giovane, dopo aver restaurato la chiesa di San Damiano, “si trasferì nella località chiamata la Porziuncola dove c’era un’antica chiesa, in onore della Beata vergine Madre di Dio, ormai abbandonata e negletta. Vedendola in quel misero stato, anche perché aveva grande devozione per la Madre di ogni bontà, il Santo vi stabilì la sua dimora e terminò di riparla nel terzo anno della sua conversione”. Tommaso da Celano, primo biografo del santo, ci racconta così l’arrivo di Francesco alla piccola parte di terra della piana.
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Necropoli di Crocifisso del tufo – Orvieto
La fondazione etrusca di Orvieto: dalla terra al cielo
Un percorso tra terra e cielo: così può essere visitata e scoperta la città di Orvieto, sia in ragione della sua conformazione territoriale, un centro che si innalza sulla cima di una rupe circondata da una valle, sia della sua storia, dagli antichi etruschi al contemporaneo. A Orvieto la roccia di tufo e l’ingegno umano si sposano indissolubilmente sin dai tempi della fondazione etrusca. Ma chi sono gli etruschi? Anche se l’origine è ancora da chiarire, nonostante vi siano diverse ipotesi, si tratta certamente di un popolo vissuto nell’Italia centrale tra il IX secolo a.C. e il I secolo a.C. Gli etruschi erano soprattutto abili commercianti, sempre in contatto con le altre civiltà del Mar Mediterraneo. La massima esposizione e potenza delle città-stato etrusche è compresa tra l’800 a.C. e il 600 a.C. per cadere poi sotto il dominio dei Romani. Orvieto fu l’ultima città etrusca a essere dominata dai Romani, perdendo in battaglia nel 264 a.C. (III secolo).
Pozzo di San Patrizio – Orvieto
Antonio da Sangallo: costruttore ingegnoso
Sul ciglio della rupe di Orvieto si apre una piccola piazza occupata solamente da un edificio cilindrico, apparentemente anonimo. La struttura, in realtà, cela e contiene una “cosa ingegnosa di capriccio e maravigliosa di bellezza”. È con queste parole che Giorgio Vasari (in “Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architetti”, 1550) conclude la descrizione di questa affascinante opera architettonica e ingegneristica: un profondo pozzo scavato nel tufo. La storia di questo pozzo si lega con quelle del papa e di Roma, di Firenze, dell’imperatore Carlo V d’Asburgo e dei Lanzichenecchi.
Orvieto Sotterranea
La città sotterranea di Orvieto
La città di Orvieto si distende sulla cima di una grande roccia di origine vulcanica, costituita da tufo e da pozzolana. Qualsiasi visitatore non può che restare ammaliato da questo altopiano, chiamato la Rupe, che spicca e domina sulla valle circostante, fatta di boschi e di vigneti. Su questa terra rocciosa l’uomo non solo vi si è insediato e ha costruito, fino a innalzare la sua cattedrale e le sue torri, ma ha anche scavato cavità sotterranee in ogni epoca. Il tufo custodisce da secoli una città sotto la città: Orvieto sotterranea.
Torre del Moro, Palazzo dei Sette e del Popolo – Orvieto
La torre del Moro e il Palazzo dei Sette, simboli dell’Orvieto medievale. Informazioni storiche e orari per salire sulla torre.
Fortezza Albornoz – Orvieto
Dalla libertà al dominio
Dopo le lotte intestine tra il partito dei guelfi (la fazione che sosteneva il potere del Papato) e quello dei ghibellini (i sostenitori dell’imperatore), la città di Orvieto vive un lungo periodo di profondo benessere e di indipendenza come libero comune: un governo autonomo dall’imperatore sia a livello politico che economico. Per tutto il Duecento la città si arricchisce e si organizza con le maggiori istituzioni comunali, essendo perfettamente in grado di autogovernarsi, di controllare il suo territorio circostante e di proliferare. Queste esperienza da libero Comune si interrompe con la diffusione di una pandemia che dimezza la popolazione: la pesta nera del 1348. La malattia accentua le discordie tra importanti famiglie nobili orvietane, portando a una crisi politica ed economica. Ormai troppo debole, il 24 giugno del 1354 il Consiglio delibera di affidare la città e le sue terre al papa e al suo uomo di fiducia: il cardinale spagnolo Egidio Albornoz (1310 ca. – 1367).