La cipolla rossa di Cannara

trecce di cipolle di Cannara appese a dei ganci di metallo. Da sinistra verso destra, ci sono tre varietà di cipolle: borettana, rossa e dorata.

L’Umbria è una regione che attrae visitatori per i suoi magnifici luoghi storici e la moltitudine di eventi culturali. Ciò che sorprende è però la varietà e la qualità dei prodotti enogastronomici di questa terra; una delle tipicità da scoprire di questa regione è la cipolla rossa di Cannara.

La coltivazione delle cipolle rosse a Cannara risale al Medioevo, come riportano le varie testimonianze storiche su questa attività agricola. Infatti, la tipologia di terreno della zona (terra argillosa, ricca di acqua e potassio) è sempre stata particolarmente adatta alla crescita e allo sviluppo del bulbo della cipolla. La stessa città di Cannara deve il suo nome alla presenza nel territorio di canne, piante acquatiche che danno origine a un paesaggio acquitrinoso, tipico della zona centrale dell’Umbria attraversata dal fiume Topino.

Varietà e usi della cipolla di Cannara

La varietà di cipolla rossa è la più famosa, ma non è l’unica che viene coltivata in questo territorio: ci sono anche la varietà dorata e quella borettana. Nonostante sia un prodotto semplice, il suo uso in cucina dà un gusto particolare a ogni piatto. La varietà rossa è dolce, ha un sapore delicato, è facilmente digeribile e per questo nella cucina locale si usa anche cruda, per la preparazione di insalate e altri contorni. La varietà dorata viene utilizzata principalmente nella preparazione di sughi, mentre la varietà borettana è ottima preparata al forno.

Nonostante le diverse varietà coltivate, la cipolla rossa resta la più conosciuta e, dal 1981, viene celebrata a Cannara ogni anno nel mese di settembre con una festa a lei dedicata.

Negli ultimi anni, la cipolla rossa di Cannara ha ottenuto il Presidio Slow Food, un riconoscimento che viene assegnato ai prodotti alimentari genuini, sani e realizzati nel rispetto dei produttori e dell’ambiente. Inoltre, è stata riconosciuta come un Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT) dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Si aggiunge così alle eccellenze alimentari italiane insieme alla più conosciuta cipolla rossa di Tropea.

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