Teatro Romano – Gubbio

Vista della cavea e di alcune mura del Teatro Romano sovrastato da un grande cielo azzurro.

Uno sguardo ai nostri antenati

A sud della città medievale di Gubbio si estende la piana della “Guastuglia”, delimitata dal cosiddetto vallum a ovest e dal corso del Camignano ad est. Da questo luogo si apre la vista della città medievale situata poco più in alto, e si osservano le mura e gli antichi edifici, tra i quali spicca il Palazzo dei Consoli, che costituiscono la storia di questo borgo. Nel corso del II secolo a.C., quando la romanizzazione della città era ormai consolidata, quest’area subì un importante processo di urbanizzazione. L’insediamento pre-romano, infatti, non era più in grado di rispondere alle esigenze di una civiltà che andava sempre più espandendosi e accrescendo la propria importanza. Tra le varie testimonianze che questo luogo riporta, spicca il principale monumento superstite dell’antica Iguvium: il teatro romano.

Il valore del teatro per greci e romani

Per tutta l’epoca antica il teatro costituisce uno spazio estremamente significativo. In Grecia lo spettacolo teatrale era un momento di fondamentale importanza per tutta la cittadinanza: le rappresentazioni teatrali ad Atene erano legate a una dimensione religiosa, e la loro importanza era tale che chiunque vi poteva assistere. Per i greci non si trattava semplicemente di un momento di svago, poiché ogni opera rappresentata, che fosse una commedia o una tragedia, nasceva con lo scopo di far sorgere interrogativi negli spettatori, di provocarli sulle questioni legate alla contemporaneità e di educarli. Il teatro, dunque,  si configura fin dall’antichità come uno spazio di libertà. 
I romani, attraverso il loro incontro con la cultura greca, entrano in contatto con l’immenso patrimonio culturale ellenico e lo fanno proprio, riprendendo la struttura architettonica del teatro e migliorandola notevolmente. Inoltre, vengono fortemente influenzati dai modelli letterari delle rappresentazioni teatrali greche, che spesso traducono e mettono in scena adattandole al contesto latino.

La struttura del teatro romano

Il teatro romano presenta una fondamentale innovazione rispetto al modello greco: i greci ricavavano lo spazio sul declivio di una collina, mentre i romani, famosi per la loro abilità ingegneristica, realizzarono una struttura autonoma e autoportante, fondata su una fitta rete di arcate. Così si presenta il teatro romano di Gubbio, che in origine era provvisto di due ordini di arcate costituenti sia l’ossatura della cavea, che il completamento architettonico esterno del teatro. Attualmente rimane in piedi solo l’ordine inferiore, corrispondente alle volte che sostengono la gradinata, mentre dell'ordine superiore restano solo alcuni archi rinforzati con murature di mattoni. È noto dalle fonti che esisteva un portico formato da ventisette arcate in opera quadrata a coronamento del settore superiore.
La cavea, con il suo diametro di 70 metri, poteva ospitare circa seimila spettatori. Ciò fa comprendere l’importanza dell’edificio per l’epoca, in quanto le dimensioni della sua cavea, rispetto agli altri teatri della penisola italica, sono inferiori soltanto ai teatri colossali di Marcello e di Pompeo a Roma. Dalla loro postazione gli spettatori rivolgevano l’attenzione all’orchestra, cioè lo spazio semicircolare che si apriva alla fine delle gradinate, e al proscenio, un vano rettangolare lungo 36 metri sopra cui si svolgeva la rappresentazione .

Il teatro attraverso i secoli

Periodo romano

Il fascino esercitato da questo luogo è costituito anche dall’uso che nel corso dei secoli venne fatto di questo edificio.
Secondo le più recenti ipotesi, sarebbe stato edificato durante le guerre civili tra Cesare e Pompeo dopo il 55 a.C. Nel 1863 venne rinvenuta, nelle rovine del teatro romano, un’iscrizione onoraria relativa ai lavori realizzati da Gneo Satrio Rufo nel teatro. Da questa si apprende che alcune parti della struttura sono state restaurate in un periodo compreso tra il 27 a.C. ed il 14 d.C.
Nel periodo di crisi che seguì la caduta dell’impero romano, in un epoca in cui la penisola italiana era devastata da continue guerre, il teatro venne utilizzato a scopo difensivo, alla stregua di una fortezza. Il rinvenimento di resti umani e le cospicue tracce di incendio e di strutture lignee distrutte sembrerebbero confermarlo. 

 

Medioevo

Durante tutto il Medioevo venne effettuato un reimpiego massiccio di materiali provenienti da edifici di età romana, e Gubbio non fa eccezione. Una parte delle murature e degli elementi architettonici del teatro romano venne infatti reimpiegata come materiale da costruzione del perimetro murario, delle chiese e dei nobili palazzi della città di Gubbio. È noto che nel 1225 un gruppo di suore fece richiesta al vescovo di usufruire delle strutture del teatro romano per poter condurre vita monastica, e così, venne impiantata sulle rovine dell’edificio la chiesa di Santa Maria del Pellagio, di cui oggi non resta traccia. Tuttavia è possibile osservare un interessante parallelo con l’anfiteatro di Spoleto, in ottimo stato di conservazione, in cui è ancora visibile l’insistenza strutturale della chiesa e del monastero di Sant’Agata sui resti superstiti del monumento.

 

Cinquecento

Nel Cinquecento il convento venne spostato in un altro luogo per volontà di Leone X, intenzionato a utilizzare il teatro come fortilizio, ma tale progetto si arrestò in seguito alla morte del pontefice.
La prima campagna di scavo documentata in quest’area risale al 1562, ad opera del conte Gabriele de Gabrielli. Vennero riportati alla luce vari reperti e molto probabilmente è in questa campagna di scavi che avvenne il ritrovamento di un pregevole mosaico raffigurante un leone ruggente che abbatte un leopardo, oggi conservato a Leicester, in Inghilterra.

Secoli successivi

Tra Ottocento e Novecento il teatro cominciò ad essere sottoposto a sempre più numerosi interventi di scavo e restauro, grazie ai quali ci è stata restituita la struttura che possiamo ammirare ancora oggi.
Dopo le vicende rinascimentali, tutta l’area divenne prevalentemente a vocazione agricola, con l’impianto di sporadiche strutture abitative. Addirittura vi era una casa colonica, demolita nel 1900, addossata alla cavea.

Il teatro romano oggi

Così come per gli antichi abitanti di Iguvium, anche per noi, oggi, è possibile provare l’emozione di assistere a spettacoli teatrali all’interno di questo luogo così suggestivo e ricco di fascino. Un luogo che porta con sé le storie degli uomini che ci hanno preceduto e che è pronto a offrire la sua bellezza a chiunque sia disposto ad accoglierla. 

INFORMAZIONI

Località

Viale Teatro Romano, 06024 Gubbio PG

Orari

Lunedì - Mercoledì:
chiuso

Giovedì-Domenica:
10:00 - 19:00

Contatti

info@secretumbria.it

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